Il futuro del borgo di Artena, tramite il processo di rivitalizzazione, vedrà ristabilita la naturale connessione tra ambiente costruito, contesto naturale e vitalità economico-sociale. La vision alla quale tendere è quindi un prodotto biofilico dove la realtà percepita e vissuta diventa un unicum non più divisibile né riconoscibile separatamente nei tre livelli socio-urbani.

Il borgo diventa fruibile in tutti i suoi angoli, accogliendo le persone con eguale intensità e garantendo un generoso rilascio di input sensoriali percepibili dagli abitanti e dai visitatori ad ogni passo, ad ogni attività svolta. Un ambiente cosi vibrante consente di imbattersi in occasioni e situazioni sempre nuove, piacevoli, che evolvono nel tempo assieme al fruitore rendendolo un elemento fondamentale dell’intero sistema, non più soltanto un visitatore che guarda da lontano.

The future of the village of Artena, through the revitalization process, will see restored the natural connection between the built and natural environment, and economic and social vitality. The vision to which we aim is therefore a biophilic product where the perceived, and lived reality becomes a whole.

The village becomes usable in all its corners, welcoming people with equal intensity and providing a generous release of sensory input, perceived by residents and visitors at every step, and activity. A so vibrant environment can lead into occasions and situations always new and pleasant, that evolve over time along with the user, making it a key element of the entire system, not just a visitor watching from afar.


Le case spallate
Le case spallate ad Artena rappresentano un insolito fenomeno urbano dovuto al concatenarsi e al sovrapporsi di particolari condizioni socio-ambientali. L’abitato antico del borgo lepino presenta infatti diversi buchi urbani come cristallizzazione dei bombardamenti militari alleati del ‘45 non più recuperati per la decaduta appetibilità speculativa dei vecchi isolati cittadini.

Quelle che un tempo erano abitazioni in pietra oggi si presentano come cavità dismesse dalle inaspettate ed inespresse potenzialità. Ogni singola casa spallata è uno spazio prezioso se immaginato al servizio simbiotico della comunità del luogo. Non semplici spazi pubblici arredati e condotti dalla municipalità bensì luoghi autocostruiti e gestiti direttamente dagli abitanti che ne garantiscono cura e integrazione sociale. Il coinvolgimento dei residenti è fondamentale alla riuscita del progetto e la loro partecipazione è sensibilizzata e garantita attraverso il loro coinvolgimento nella fase conoscitiva che permette di acquisire inclinazioni e le vocazioni del luogo mentre si prospettano attraverso immagini e simulazioni le potenzialità e i benefici comuni dell’operazione.

Le cantine
Quasi tutte le case dell’antico borgo di Artena custodiscono ai loro piedi una cantina: locali dall’ampiezza e composizione diverse che hanno nel tempo cambiato più volte la loro funzione, proprio grazie alla loro versatilità e caratteristiche intrinseche. Moltissime sono direttamente scavate nella roccia ed hanno una sola apertura a raso strada che le rende immediatamente accessibili.

Molte cantine sono state nel tempo utilizzate diversamente: nessuna ormai ha più funzione di stalla, alcune sono rimaste magazzini, altre sono diventate piccoli laboratori artigiani nei periodi più prosperi ma quasi tutte sono oggi cadute in disuso e presentano evidenti segni di degrado. Ogni anno, nella prima decade di settembre, vi è però la tradizionale “festa di Montefortino” che ridona vita ad alcuni di questi spazi trasformandoli in vere e proprie cantine, dove gli abitanti offrono ai passanti vino, prodotti locali ed allegria. Nel periodo natalizio invece ospitano dei presepi.

Oggi la presenza e la distribuzione capillare di questi spazi si ripresenta come una grande risorsa nel progetto di rivitalizzazione del centro storico; inoltre la sua effettiva potenzialità è già comprovata dalle esperienze antiche e dagli usi promozionali odierni, sebbene occasionali. Un vantaggio avutosi soltanto dopo l’ultima guerra è il loro neo rapporto di vicinanza con gli spazi liberi delle case spallate, infatti le cantine vedono accentuare il loro compito architettonico di mediazione tra spazio privato e pubblico. La loro rifunzionalizzazione permetterebbe allo spazio pubblico di continuare fin sotto le abitazioni private, sfumato dalle più diversificate attività: le cantine diventano come i fori di una spugna che continuamente assorbono i flussi dei passanti per poi rilasciarlo verso gli spazi pubblici rendendo il borgo vibrante.

Rilancio del tessuto microeconomico
È certo e testimoniato che fino alla nascita dell’attuale generazione dei quarantenni il borgo manteneva ancora una discreta economia legata ai lavori tradizionali, artigiani ma anche al passo con i tempi per l’epoca (vi era un riparatore di macchine Singer ad esempio). Anche il numero degli abitanti era consistente, il ché garantiva una manutenzione delle architetture ed una certa domanda di prodotti e servizi interna sufficiente a dare motivo d’esistere al tessuto microeconomico.
Tessuto che trovava all’ora come ad oggi, in termini di possibilità, sistemazione nelle botteghe a piano strada, spesso ricavate dalle cosiddette cantine. Per lo più spazi piccoli adatti alla vendita diretta ma con numerose eccezzioni in grado di offrire degli spazi maggiori necessari ad usi di diverso genere quali laboratori artigianali o attività di piccola produzione.

Il borgo presenta quindi già gli spazi e le strutture private necessarie all’impianto di attività terziarie ma anche secondarie, quest’ultime rappresentate dagli artigiani trasformatori di materie prime.
Le caratteristiche del borgo (città densa, forti relazioni tra gli abitanti, spazi pubblici integrati, non separatezza delle funzioni, morfologia fortemente accliva) permettono ed invitano ad un tipo di economia non invasiva nè impattante: piccole attività a conduzione singola o familiare, di tipo produttivo, trasformativo dei prodotti locali, offerenti servizi professionali ma anche di tipo sociale e d’assistenza, spazi attrezzati tecnologicamente a disposizione dei cittadini e degli occasionali visitatori come un potrebbe essere un punto internet libero, ancora attività di piccola ristorazione o espositivi, sia dei prodotti locali sia per piccoli eventi.

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